Duomo, un salto nel tempo per l’organo di Farinati

RIVIVE UN GIOIELLO. Un lavoro artigianale, fatto a mano, con materiali di alta qualità per il restauro eseguito da Arcart

 

Sono stati usati pellami di agnello, ottone crudo per molle e tiranti, colle animali a caldo «Una serie di operazioni per garantire la conservazione dell’opera nella sua originalità».

Un salto nel tempo, ai primi del 1900, per chi ha eseguito il restauro conservativo dell’organo realizzato da Domenico Farinati nel Duomo di Verona. Un lavoro artigianale fatto a mano, come nei sistemi antichi, con l’impiego di materiali di alta qualità, omogenei a quelli originali. Pellami di agnello conciati al naturale di vario spessore a seconda dell’esigenza tecnico-funzionale, ottone crudo per molle e tiranti, colle animali a caldo, gomma lacca ed alcool e cera d’api naturale per le operazioni di lucidatura, stucco, gesso, pigmenti naturali, pomice in polvere, terra rossa e grigia naturale, essenza di trementina, legnami di abete, faggio, ciliegio, sono solo alcuni dei prodotti e sostanze utilizzati da Arcart, la ditta incaricata dei lavori per la messa
in funzione dell’organo.

 

 

 

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